di Sebastiano Saglimbeni
Chiara Lorenzon, che, fra l’altro, conosce – credo – le ultime tendenze dell’arte d’ oggi e le varie tecniche, anche le più bizzarre, scopre come esistere ed elevarsi, in luogo di altro vacuo ed angoscioso, creando singolarissime immagini plastiche bronzee. Immagini che si fano leggere, interessanti e, come tali, appagabili, che ora propone la notissima Galleria d’arte Giorgio Ghelfi. Così con questi suoi lavori, che si distanziano dalle figurazioni di altro tempo, nonostante continuino, ma spesso svuotate di nuovo, di proprio o – come si dice – di inventiva, può degnamente unirsi agli artisti di spicco in mostra permanente alla galleria scaligera. Ma che cosa invero vuole parteciparci, in questa nostra ardua epoca, la giovane artista Chiara Lorenzon, con questa sua messe? Indubbiamente creazioni di varia dimensione, informali e, nel contempo, formali, quando, ad esempio, come per gioco, pone in cima ad alcune sue sculture delle farfalle, simbolo, sin dai tempi antichi, di trasformazione, di luce e speranza. Quella che certamente alimenta l’artista. Di qui sicuramente un valido incipit plastico, che sa pure di poetico e che con la continuità di altre sue creazioni si intensificherà di diversi valori espressivi.